«Sono la prima, ma non voglio essere l’ultima» dice Fatima la prima donna a fare la guida turistica in Afghanistan. Lo fa a rischio della vita perché il lavoro non è ancora possibile per la maggior parte delle donne
09 marzo 2021 di CHIARA PIZZIMENTI
«Sono la prima a fare la guida turistica in Afghanistan, ma non voglio certo essere l’ultima». Fatima racconta la sua storia alla Cnn chiedendo che il suo cognome non venga rivelato. Ha 22 anni ed è la più giovane di otto figli, l’unica non sposata e l’unica ad aver avuto un’educazione scolastica. È talmente diversa dalle altre persone che il non dichiarare il suo cognome è questione di sicurezza, l’unica donna a fare la guida potrebbe essere obiettivo di estremisti e tradizionalisti.
Fatima è cresciuta in campagna negli anni dei Talebani e della guerra, pascolava le pecore. Ora porta le persone che vogliono conoscere la città in giro per Herat, la terza città dell’Afghanistan a lungo sede dei contingenti della Nato e delle forze italiane nel paese, vicina al confine con Iran e Turkmenistan.
Racconta di essere stata lei stessa a chiedere di poter essere istruita se avesse guadagnato a sufficienza facendo la pastora. Ha passato però la maggior parte del tempo a casa con la madre dai nove anni quando la famiglia si è trasferita ad Herat. L’istruzione è arrivata ascoltando la BBC alla radio per l’inglese e scrivendo con un bastoncino nella sabbia quando non aveva fogli.
«I miei fratelli e le mie sorelle sono stati forzati al matrimonio. Ho deciso che non volevo seguire la loro triste storia. È così che ho deciso di lavorare» spiega raccontando di aver prima cercato di migliorare l’inglese. Si è unita a gruppi che parlavano di storia su Facebook e, visto che il suo paese era nominato solo per guerre e violenze, ha cominciato a raccontare di luoghi e bellezze di Herat, città che esiste fin dal quinto secolo avanti Cristo.
Una delle persone che si collegava insieme a lei le ha detto che sarebbe andata in Afghanistan e le ha chiesto, nel 2020, di mostrarle la sua città. Sono andati alla cittadella di Herat, al museo nazionale, in una tradizione tea house, al mercato, a vedere i minareti.
Herat era la capitale artistica e culturale dell’Afghanistan. Il primo nucleo risale ad Alessandro Magno, cittadella compresa, qui è passata la dinastia dei Sasanidi e quindi gli arabi, poi l’impero Timuride. La Jama Masjid è la moschea principale della città e risale al periodo fra il 1200 e il 1400, è decorata con il blu dei lapislazzuli di cui il paese è uno dei maggiori produttori al mondo.
Il tour è piaciuto ed è cominciato un passaparola che le ha portato lavoro e ha fatto in modo che la contattasse un’agenzia che si occupa di viaggi in one difficili, Untamed Borders. Dalla fine dell’anno scorso è una delle sue guide. James Willcox, fondatore dell’agenzia, ha spiegato che «avere una donna come guida dà agli ospiti una prospettiva totalmente nuova. È una guida preparata, ma dà anche agli ospiti una visione privilegiata del punto di vista femminile in Afghanistan».
Fatima vorrebbe, in futuro, far conoscere la situazione delle donne nel paese e non nasconde che ci sono state delle frizioni nella sua famiglia davanti alla sua scelta. Questo ha detto al padre: «Se i miei fratelli e sorelle non sono soddisfatti della loro vita dipende dalla tua decisione. Se io avrò una brutta vita sarà colpa mia». La madre le è invece sempre stata vicina e di supporto. Oltre ad aiutare la famiglia, mette da parte quello che guadagna per andare all’università: è iscritta all’Ateneo di Herat e insegna inglese a 41 ragazze in una classe di rifugiate.
Il pericolo esiste nel suo lavoro. È stata presa a sassate da ragazzini mentre mostrava il mercato ad alcuni viaggiatori, molti le hanno urlato volgarità perché non è cosa accettabile vedere una donna che parla in pubblico anche con soli uomini. Per la sua sicurezza veste in modo non appariscente e non fa tour la sera. Le donne in Afghanistan restano prevalentemente in casa. Solo il 19% ha un impiego fuori casa.
L’Afghanistan non appare come una meta turistica, come un paese distrutto dalla guerra e pericoloso, con diverse limitazioni e avvertenze poste dagli altri paesi. Sceglierla come metà può fare però la differenza per chi ci vive. Altre donne come Fatima può trovare lavoro in questo settore e lei sta aiutando i figli e le figlie dei suoi fratelli e sorelle a studiare perché abbiano un futuro migliore e maggiori opportunità lavorative.