I motivi per visitare le Seychelles sono più di dieci, ma le indicazioni che seguono sono una selezione sufficientemente ampia per soddisfare la curiosità del viaggiatore in partenza verso queste isole fantastiche. Buon viaggio.
1. Il mare delle Seychelles
Le calde acque dell’Oceano Indiano sono forse il principale motivo che spinge i turisti di mezzo mondo a visitare le Seychelles.
L’oscillazione della temperatura varia dai 27 gradi di media nel periodo da novembre a giugno, ai 25 gradi medi da luglio a ottobre.
Non male, dal momento che la temperatura dell’aria, negli stessi periodi, oscilla rispettivamente fra i 29 e i 27 gradi, sempre di media.
Il vento, alle Seychelles, è una gradevole presenza e, soprattutto nella stagione più secca (giugno-settembre) tende un po’ a muovere il mare.
Poiché la direzione è costante, basta spostarsi nelle spiagge sottovento per trovare mare piatto e acque cristalline.
2. Le spiagge delle Seychelles
Solo contando le spiagge di Mahé, Praslin e La Digue, le tre isole principali dell’arcipelago (in totale le isole sono 115) arriviamo a un centinaio. Visitandone due al giorno occorrerebbero poco meno di due mesi per vederle tutte.
E ne varrebbe la pena.
Alcune sono lunghe strisce di sabbia corallina, altre angoli nascosti fra giganteschi massi granitici. La gran parte è raggiungibile semplicemente scendendo dall’auto, mentre alcune richiedono qualche passeggiata a piedi.
Queste sono le meno frequentate, anche se va detto che perfino le più famose al mondo non sono mai invivibili come la maggioranza degli arenili italiani in piena stagione turistica.
Poche richiedono l’uso di ombrelloni; ci pensano le palme e gli imponenti alberi di Takamaka a fornire l’ombra necessaria per non arrostirsi. Siamo praticamente all’Equatore e il sole non scherza, anche quando il cielo è velato.
È, ovviamente, impossibile citarle tutte. Però è consigliabile non lasciare le Seychelles senza averne visitate alcune, ritenute fra le più belle del mondo.
Per esempio, a Mahé, c’è Port Glaud, racchiusa fra rocce granitiche e spesso deserta. Al suo opposto sitrova Beau Vallon, lunga poco meno di due chilometri e fiancheggiata da bar, discoteche all’aperto e ogni sorta di divertimento per i giovani.
A Praslin c’è un’autentica perla: Anse Lazio, costantemente presente in tutte le statistiche fra le dieci spiagge più belle del mondo.
Abbiamo lasciata per ultima la spiaggia in assoluto più fotografata del pianeta: Anse Source D’Argent.
Inutile descriverla. Va vista e basta!
3. La cultura delle Seychelles
Le Seychelles non hanno una lingua ufficiale, bensì … tre!
Il creolo è la lingua madre dei Seychellois; nasce dalla mescolanza di lingue africane, come lo swahili o il malgascio, combinate fra loro e con le lingue degli ex padroni coloniali, soprattutto il francese.
Oltre al creolo, studiato, parlato e scritto nelle scuole, ci sono l’inglese e il francese.
In molti luoghi di lavoro, soprattutto se legati al turismo, dove sono impiegati lavoratori provenienti da tutto il mondo, la lingua utilizzata è l’inglese.
Alle Seychelles praticamente chiunque parla correttamente inglese e francese.
Quest’ultimo idioma non ha un uso generalizzato, se non in un caso: durante le funzioni religiose il celebrante parla spesso in francese.
Se la lingua è, qui come ovunque, il più forte segno identitario di una nazione, alle Seychelles c’è un altro marchio distintivo: la musica.
La musica rappresenta uno degli aspetti fondamentali nella cultura del Paese.
La salvaguardia delle tradizioni musicali e delle danze più antiche è una delle priorità del National Conservatoire of Performing Arts, l’organizzazione che si occupa del mantenimento e della promozione di questo aspetto del folklore locale.
Il ballo più autentico delle Seychelles è la Moutya; si danza al ritmo del tambour moutya. Le sonorità di questa danza affondano le radici nella musica nata in Africa, il continente dal quale provenivano gli schiavi che l’inventarono.
È ancora relativamente diffusa, a differenza di altre, quasi scomparse.
La Moutya ha avuto una funzione importante come base su cui è maturata un’identità sociale che, successivamente, si è evoluta diventando l’odierna cultura creola delle Seychelles.
Si balla e si suona di notte, all’aperto, attorno a un grande falò acceso, retaggio dei tempi in cui i padroni e i loro ospiti danzavano nei saloni delle case coloniali e gli schiavi si riunivano sulla spiaggia, per dare sfogo alla propria vitalità senza il controllo dei guardiani.
Oggi fa parte degli spettacoli che molti hotel offrono ai turisti, a dimostrazione dell’importanza attribuita a questa danza, appena dichiarata patrimonio culturale immateriale del’Unesco.
Meno antica ma altrettanto sentita, anche dai più giovani, è la Sega.
Si suona con gli strumenti moderni: chitarra, batteria, tastiere; è espressione di gioia ed esuberanza. Anche questa danza arriva dall’Africa e ha diverse varianti, come a Mauritius, a Rodrigues e alle Seychelles.
Ogni cultura la interpreta a modo suo e si balla ovunque.
Specifiche di La Digue sono altre due antiche danze, Madilo Sote Baton e Sasasa, la prima a coppie, la seconda a gruppi di tre. Vengono ballate durante le feste tradizionali.
Un altro aspetto fondamentale della cultura locale è la pittura.
Sono tantissimi gli artisti che traggono ispirazione dai colori esuberanti e dalle forme armoniche della natura. Con varie tecniche e genialità creativa realizzano quadri e sculture di grande pregio artistico.
Lo testimoniano le numerose gallerie d’arte sparse nelle varie isole.
A Victoria, c’è l’Eden Art Space, che raccoglie il meglio dell’arte figurativa delle Seychelles e non solo. Si trova a Eden Island.
Sempre a Mahè da non perdere è Yellow Gallery & Sculpture Studio, qualcosa di più di una galleria d’arte; è la realizzazione di una concezione filosofica della vita. Antonio Filippin, l’artista, è lui stesso un’opera d’arte.
Michael Adams Paintings Studio è l’atelier di Michael Adams, l’artista inglese più conosciuto delle Seychelles. Nel 1972 si trasferì definitivamente a Mahè. Lo studio ha sede ad Anse Aux Poules Bleues.
4. I Parchi Nazionali e le Riserve Marine
L’attenzione alla salvaguardia ambientale delle Seychelles è dimostrata dai parchi nazionali e dalle aree marine protette.
Basta pensare che in appena 459 km2 di terre emerse esistono tre parchi nazionali.
Il Morne Seychelleois National Park, da solo, occupa più del 20% dell’intera isola di Mahé.
La Vallée De Mai, a Praslin, per quanto più ridotta come estensione, rappresenta un vero e proprio salto nella preistoria. Qui tutto è com’era ai tempi in cui le Seychelles si formarono.
È Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1983.
La Veuve Nature Reserve, a La Digue, è stata creata nel 1989 esclusivamente per evitare l’estinzione di un piccolo uccello endemico, il Pigliamosche del Paradiso, di cui, allora, si contavano ormai pochissimi esemplari.
Analoga attenzione è dedicata alla salvaguardia dei fondali marini.
Il più importante e conosciuto è il Sainte Anne Marine Park, vicino a Victoria. Sempre a Mahè, sul versante nord occidentale, ci sono i meno noti Baie Ternay Marine National Park e Port Launay Marine Park.
Nell’isola di Praslin sono parco marino le acque intorno a Saint Pierre, come pure l’Ile Coco, di fronte a Silhouette.
Anche il mare che circonda Curieuse e l’intera isola di Silhouette è protetto.
Tutte queste aree, siano parchi terrestri o zone marine protette, sono visitabili, seppure con limitazioni e nel rispetto di precise regole di comportamento.
5. Il mercato di Victoria, capitale delle Seychelles
Andare alle Seychelles e non visitare il Sir Selwyn Selwyn-Clarke Market, il mercato di Victoria è come arrivare in Italia e non vedere Venezia.
Il paragone, per quanto estremo, rende l’idea dell’unicità di questo luogo di ritrovo dove acquistare praticamente di tutto.
Si trova proprio nel centro, stretto fra vie anguste e molto affollate, in modo particolare il sabato, quando i contadini provenienti da tutta l’isola sono autorizzati a esporre i loro prodotti tutt’intorno alle mura del mercato, su banchi improvvisati e a prezzi molto bassi.
Il Sir Selwyn Selwyn-Clarke Market è il vero cuore di Victoria.
Fu costruito nel 1840 e rinnovato nel 1999. È intitolato al governatore inglese delle isole dal 1947 al 1951.
Appena entrati, si resta storditi dall’esplosione di colori, profumi, voci, movimento che lo anima: pesci, verdure, frutta, spezie al piano terra e, sul ballatoio, abiti sgargianti si muovono nella brezza.
Il mercato di Victoria fa la felicità dei fotografi di tutto il mondo, siano professionisti con le loro costose fotocamere o semplici turisti con gli smartphone.
L’unica regola è chiedere il permesso prima di fotografare le persone.
6. Escursioni in barca alle Seychelles
Nelle tre isole principali l’offerta di escursioni in barca è altissima.
Occorre, tuttavia, prestare un po’ di attenzione nella scelta. Ci sono alcuni abusivi che, promettendo prezzi più bassi, cercano di accaparrarsi i clienti.
In realtà si tratta di barche poco sicure e quasi mai coperte da assicurazione, per cui è meglio affidarsi a professionisti seri. È bene chiedere informazioni agli uffici turistici dell’isola in cui ci si trova.
A Mahè la destinazione preferita è il Parco Marino di Sainte Anne.
È composto da sei isole, quasi tutte visitabili.
Sainte Anne è la maggiore. C’è un Club Med, ma il versante settentrionale è accessibile via mare, almeno fino alle spiagge.
Long Island è interamente fruibile, come pure Seche Island, adatta allo snorkeling ma poco alla balneazione.
Round è privata e anche Cerf ha alcune aree dove non è consentito scendere a terra, ma ne restano a sufficienza per godersi la spiaggia.
Moyenne, sebbene privata, accoglie con grande piacere i visitatori. Dal 1970 al 2012 è stata abitata dal suo proprietario, Brendon Grimshaw, un moderno Robinson che ne fece il suo ritiro per oltre quarant’anni.
Va vista per il fascino che emana, soprattutto se si è letto A Grain of Sand, il libro in cui Grimshaw racconta la sua fantastica esperienza.
A Praslin le escursioni in barca conducono alla minuscola St. Pierre, eccezionale per lo snorkeling, a Curieuse, l’isola delle tartarughe giganti, a Cousin, dove nidificano le tartarughe di mare.
Tratteremo fra poco nel dettaglio queste isole.
Da La Digue si raggiungono facilmente in barca Felicitè, isola privata dove comunque è permesso praticare snorkeling, Grand Soeur, che vanta una delle spiagge più spettacolari dell’arcipelago.
Nella deserta Marianne, al contrario, è piuttosto difficile sbarcare a causa del moto ondoso ma, nelle giornate di mare calmo, consente un’esperienza da naufrago volontario da non perdere.
Va detto, comunque, che le regole per visitare tutte le isole citate cambiano frequentemente, per cui è opportuno chiedere al capitano della barca dove è possibile andare.
7. Birdwatching alle Seychelles (dove, percorsi, specie più interessanti)
La varietà di avifauna presente alle Seychelles è talmente multiforme da soddisfare anche il naturalista più esperto.
Si contano circa 200 specie diverse, di cui 14 endemiche.
Per alcune occorre recarsi in isole lontane e difficilmente raggiungibili, ma la maggior parte può essere osservata nelle tre isole maggiori.
Naturalmente è necessario farsi accompagnare da una guida locale, altrimenti si rischia di passare accanto a un uccello raro senza vederlo, o, nella migliore delle ipotesi, di sentirlo scappare fra gli alberi.
Facciamo un esempio. La Vallée De Mai è una delle riserve più visitate, facile da percorrere e capace di stordire il visitatore per la quantità e qualità di alberi e piante presenti. Ne consegue la presenza di moltissime specie di uccelli.
Le guide sanno dove si trovano e come avvicinarsi senza recare disturbo. Il comune visitatore, per quanto esperto di birdwatching, ne perderebbe la maggioranza.
Basta un normale binocolo per scoprire un numero sorprendentemente alto di specie.
In alcune aree, come nell’isola di Cousin, sono sufficienti gli occhi. Gli uccelli sanno di essere al sicuro e non hanno timore dell’uomo.
I piccoli di fetonte codabianca nascono nelle spaccature degli alberi e guardano curiosi i visitatori che possono anche avvicinarsi, con il dovuto rispetto, fino a un metro.
Delle 14 specie endemiche, vale la pena accennare a quelle di maggiore interesse.
Il Piccione Blu (Alectroenas pulcherrimus), un bellissimo uccello dal corpo bluastro, il collo grigio e la parte alta della testa rossa, si trova un po’ ovunque, ma è più facile vederlo ad Aride.
Il Gufo delle Seychelles (Otus insularis) vive esclusivamente nel Morne Seychellois, il monte più alto dell’arcipelago, e si muove principalmente di notte.
Il Gheppio delle Seychelles (Falco araeus) è l’unico rapace diurno delle Seychelles; ha un’apertura alare inferiore al mezzo metro.
Il Pappagallo nero (Coracopsis barklyi) vive solo nell’isola di Praslin, da tempo oggetto di un rigoroso programma di conservazione.
Il Pigliamosche del Paradiso delle Seychelles (Terpsiphone corvina) è un grazioso passeriforme di colore blu, molto raro, visibile solo a La Digue.
La Cannaiola delle Seychelles (Acrocephalus sechellensis), un piccolo uccello bruno-verdastro, vive in quasi tutte le isole granitiche ed è relativamente facile vederlo.
La Gazza delle Seychelles (Copsychus sechellarum), piuttosto comune, ha piumaggio nero con una barra bianca sulle ali.
La Nettarina delle Seychelles (Cinnyris dussumieri) è grigia con una macchia azzurra sotto il collo.
8. Gli Hotel di lusso delle Seychelles
Sebbene negli ultimi anni siano sorte molte guest house e villette in affitto, gli hotel di lusso rappresentano un richiamo irresistibile per qualche giorno di vacanza in ambienti raffinati e di grandissima classe.
Si tratta di strutture a cinque stelle, spesso, ma non solo, costruite su isole private, dove la riservatezza e i servizi sono il richiamo principale per chi sceglie questo tipo di sistemazione.
In quasi tutti i casi gli ospiti hanno a disposizioni ville con piscina privata e vista panoramica sul mare.
Possono usufruire di un maggiordomo individuale, sempre presente per qualsiasi necessità, una presenza riservata che compare solo al momento in cui viene chiamato.
Ogni resort ha, in genere, più ristoranti, tutti con menù diversi, e si distinguono per l’offerta di specialità etniche.
Chi necessita di cibi particolari deve solo chiederlo.
Molte ville sono direttamente in riva al mare, con spiaggia riservata.
Tutti gli hotel dispongono di lussuose SPA, guide per escursioni e per l’osservazione di vari tipi di animali e uccelli, centri diving, barche per le uscite in mare e per la pesca sportiva.
Mahè conta dieci hotel a 5 stelle, Praslin 2.
Ci sono poi i resort delle isole private, dove si arriva solo in aereo o in barca.
Silhouette, North, Felicitè, Fregate, Bird, Denis si trovano nella zona nord dell’arcipelago.
Più lontane, raggiungibili solo in aereo, Desroches e Alphonse.
Lo slogan “Una vacanza di lusso in mezzo all’Oceano Indiano” è quanto di più azzeccato si possa inventare.
9. La natura delle isole
Le isole più frequentate delle Seychelles sono tutte a una latitudine di 4 gradi a sud dell’Equatore.
È facile immaginare l’esplosione di vegetazione che le caratterizza. Nelle zone pianeggianti, lungo le spiagge, palme e alberi di takamaka dominano il paesaggio, mentre più in alto, nelle colline, la foresta diventa più fitta e le specie aumentano.
Mantenere intatto questo enorme patrimonio vegetale, con l’incredibile biodiversità che lo caratterizza, è una delle sfide che le autorità si sono trovate ad affrontare negli ultimi anni, con l’aumento del turismo.
L’altra sfida è la salvaguardia del mare e delle specie marine.
Se si esclude la pesca d’altura al tonno, non esiste altro tipo di sfruttamento industriale della fauna ittica. I pescatori locali utilizzano piccole barche che si allontanano poco dalla costa e catturano specie presenti in grande abbondanza.
Grande attenzione viene riservata al corallo.
Nel 1998 El Niño, la corrente calda periodica che porta all’innalzamento della temperatura degli oceani, provocò molti danni ai coralli.
Dal 2010 è in atto una massiccia opera di reimpianto che viene attuata da volontari e sta garantendo un rapido ripopolamento delle zone più colpite.
Molte specie marine sono protette e la loro cattura rigorosamente proibita, prima fra tutte la tartaruga di mare.
L’istituzione di grandi parchi e riserve marine è un altro fondamentale passo nella direzione della salvaguardia del patrimonio naturalistico delle Seychelles.
Questo sforzo collettivo sta mantenendo il delicato equilibrio fra le esigenze di conservazione ambientale e la necessità di offrire risposte adeguate alle richieste di un turismo in crescita.
10. Le isole lontane
Quando si sfoglia una brochure delle Seychelles, che ce ne rendiamo conto o no, in genere guardiamo immagini di tre isole: Mahé, Praslin e La Digue.
Sono le più note, le più frequentate, le più organizzate per l’offerta turistica.
Appartengono alle isole granitiche, un arcipelago situato nella parte settentrionale del Paese che comprende anche le meno note Silhouette, Curieuse, Aride, Cousin, Grand Soeur, Fregate, Felicitè.
Le Seychelles, tuttavia, sono uno Stato composto da 115 isole, sparse su una superficie marina di 1.400.000 chilometri quadrati.
A nord delle isole granitiche, si trovano due isole coralline: Denis e Bird.
Entrambe private garantiscono soggiorni indimenticabili con i loro resort esclusivi.
Bird Island è famosa per la grande abbondanza di uccelli, Denis Island per la possibilità di praticare pesca d’altura e per ospitare l’unica fattoria esistente nelle isole minori delle Seychelles.
Mucche, capre, maiali, galline, pecore garantiscono carne e latte a chilometro zero, ma forse bisognerebbe dire a “ettometro” zero, visto che l’isola misura, in tutto, un chilometro e mezzo.
A sud delle isole granitiche si estende un altro arcipelago, praticamente sconosciuto, composto da isole coralline di grande fascino.
Se nella vita si è desiderato, almeno una volta, di trovarsi in un luogo sperduto in mezzo all’oceano senza le scomodità di Robinson Crusoe e, anzi, con gli agi di un trattamento a cinque stelle le “Isole Lontane” rappresentano la realizzazione di quel sogno.
Non sono tante a garantire un ambiente unico nel suo genere e la possibilità di goderselo in totale relax.
Ci riescono perfettamente Desroches, Alphonse e Farquhar, tutte private, che ospitano resort di grande pregio dove il numero degli ospiti è sempre contenuto e gli spazi per la privacy garantiti in ogni momento.
L’isola di Desroches
con una superficie di 3,2 chilometri, è la più vicina a Mahé, distante 230 chilometri. Un regolare servizio aereo assicura i collegamenti in quaranta minuti.
È circondata da spiagge coralline praticamente ininterrotte.
Oltre a un minuscolo villaggio c’è solo il Four Season Resort, con non più di una settantina fra ville, bungalow e stanze.
La struttura organizza uscite nelle isole vicine, disabitate e praticamente intatte, così come le vide nel 1771 il capitano De Roslan, quando decise di chiamare la maggiore con il nome dell’allora governatore di Mauritius e Reunion, Julien des Roche.
L’isola di Alphonse
Alphonse dista circa 400 chilometri da Mahé ed è formato, in realtà, da due atolli, Alphonse, abitato, e Saint-François, deserto e più piccolo.
La ricettività è assicurata dall’Alphonse Island Resort, composto da bungalow sulla spiaggia e cinque ville di lusso, con trattamento di pensione completa.
Anche qui si pratica la pesca a mosca e il mare è ideale per lo snorkeling e per i subacquei.
L’acqua calda, l’abbondanza di fauna marina, la bellezza del paesaggio, la presenza di grotte e canali rendono le immersioni ad Alphonse un ricordo indelebile.
L’isola di Farquhar
È l’isola più meridionale dell’intero arcipelago delle Seychelles.
Dista poco meno di 800 chilometri da Mahé e l’estremo isolamento di queste terre è, allo stesso tempo, il loro limite e la loro risorsa.
Esclusiva e per pochi, è completamente integra.
Si tratta di un piccolo arcipelago composto da due isole maggiori, Farquhar Nord e Farquhar Sud, con altri otto territori minori, e Providence Banks, con due. Entrambi sono atolli.
Qui, più che il lusso, è l’esclusività il valore aggiunto.
C’è, infatti, un solo resort rivolto principalmente ai pescatori che si dedicano alla pesca a mosca.
Farquhar è ritenuta una delle migliori destinazioni al mondo per questa specialità. La stagione va da settembre alla prima metà di maggio e le disponibilità sono limitate a una decina di persone per sette giorni di permanenza.
Esistono alcuni chalet e una zona ristorante comune.
Secondo molti, si tratta di una delle aree di pesca a mosca migliori del pianeta.
Testo di Pier Vincenzo Zoli |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com