Strade e fiumi sinuosi si snodano nell’entroterra della Sardegna, un mosaico di campi, boschi e montagne. Nei piccoli borghi troverete atmosfere e sapori d’altri tempi e scenari mozzafiato.
Castelsardo
Questa suggestiva cittadina sorge sull’alto sperone di un promontorio proteso nel Mediterraneo. Lo scenografico centro storico, arroccato in posizione elevata in cima a un colle, è un insieme di vicoli e palazzi medievali in pietra che sembrano fondersi con la roccia grigia.
Nell’entroterra, le verdi colline della regione rurale dell’Anglona ospitano diversi luoghi interessanti, tra cui una famosa formazione rocciosa lungo la strada che ricorda un elefante.
Che cosa vedere
Il Castello
In posizione dominante sopra il centro storico sorge il castello medievale di Castelsardo, il fulcro attorno al quale venne edificata la città originale. Fatto costruire nel XII secolo dalla famiglia Doria, offre una magnifica vista sul Golfo dell’Asinara fino alla Corsica. Al suo interno ospita anche un piccolo museo, il Museo dell’Intreccio del Mediterraneo, dedicato all’arte della lavorazione dei cesti che ha reso famosa Castelsardo.
Chiesa di Santa Maria
Subito sotto il castello, la Chiesa di Santa Maria è una chiesa medievale molto amata dalla gente del posto e venerata per il suo crocifisso del XIV secolo, uno dei più antichi della Sardegna, chiamato Lu Cristu Nieddu (‘il Cristo nero’) per via del colore assunto dal legno di ginepro con il trascorrere dei secoli. Secondo una leggenda locale, il crocifisso aiutò gli abitanti a respingere l’attacco di una flotta francese nel 1527.
Cattedrale di Sant’Antonio Abate
Simbolo della città, il campanile della cattedrale è sormontato da una cupola rivestita di piastrelle dai colori vivaci. La cattedrale in sé, che sorge su uno spiazzo panoramico, fu edificata originariamente in stile gotico, ma in seguito a prolungati interventi nel corso del XVII secolo furono aggiunti elementi rinascimentali e barocchi.La cripta presenta una serie di piccole sale scavate nella roccia, tutto ciò che rimane della chiesa romanica che un tempo sorgeva in questo sito.
Chiesa di Nostra Signora di Tergu
Tergu, un piccolo paese situato 10 km circa a sud di Castelsardo, ospita questa splendida chiesa romanica del XII secolo. La chiesa è immersa in un grazioso giardino dove si possono ancora vedere i pochi resti di un monastero che un tempo arrivava a ospitare fino a 100 monaci benedettini. L’interno della chiesa è chiuso al pubblico, ma dall’esterno si può ammirare la facciata, un’armoniosa composizione di archi, colonne e motivi geometrici, impreziosita da un semplice rosone.
Ulassai
Proseguendo verso nord da Jerzu, la strada attraversa paesaggi spettacolari nel tratto in cui costeggia un tortuoso sentiero che si snoda intorno a montagne imponenti fino a Ulassai, un paese sovrastato dai pinnacoli rocciosi del Bruncu Pranedda e del Bruncu Matzei. Questo piccolo centro abitato è inserito in un ambiente naturale tra i più maestosi ed emozionanti di tutta la Sardegna, quasi un vasto parco giochi a cielo aperto per gli appassionati di arrampicata su roccia e trekking.
Cosa vedere
Grotta di Su Marmuri
L’enorme Grotta di Su Marmuri, che sovrasta Ulassai, è un complesso di caverne con sale che raggiungono i 35 m di altezza. Si può esplorare soltanto prendendo parte a una visita guidata, che dura un’ora e prevede un percorso di 1 km attraverso un meraviglioso mondo sotterraneo ricco di stalattiti e stalagmiti – alcune sembrano enormi candele avvolte da colate di cera, altre sono delicate come coralli. Indipendentemente dalla temperatura esterna, all’interno fa sempre freddo, quindi portate con voi qualcosa con cui coprirvi bene.
Scala di San Giorgio
La Scala di San Giorgio, una gola dalle pareti verticali che si raggiunge dal paese di Osini, prende il nome dal santo che nel 1117, stando alla leggenda, avrebbe ordinato alla montagna di aprirsi per consentirgli di passare e continuare la sua predicazione. La vista dalla sommità domina la vallata fino ai paesi oggi abbandonati di Osini Vecchio e Gairo Vecchio, entrambi distrutti da frane nel 1951.
Stazione dell’Arte Maria Lai
Allestita in una vecchia stazione ferroviaria, questo straordinario museo d’arte espone le opere intense e appassionate dell’artista Maria Lai. Nata a Ulassai nel 1919 e scomparsa nel 2013, Maria è stata una delle più importanti artiste sarde contemporanee.
Montiferru
A nord e nell’interno della Penisola del Sinis, il paesaggio della Sardegna occidentale è dominato dalle pendici boscose del Montiferru, un esteso massiccio vulcanico che costituisce una splendida area naturale per lo più ancora intatta, caratterizzata da antiche foreste, prati verdi, sorgenti naturali e piccoli centri abitati sede di mercato. La vetta più alta è il Monte Urtigu (1050 m). In questo magnifico paesaggio, strade solitarie si inerpicano su picchi rocciosi ammantati di querce da sughero, castagni, querce e tassi, mentre falchi e poiane si lasciano trasportare in cielo dalle correnti di aria calda; nelle foreste stanno lentamente ricomparendo mufloni e cervi sardi, due specie fino a poco tempo fa minacciate dall’estinzione.
Escursioni sul Montiferru
Il modo migliore per esplorare il Montiferru è rinunciare all’automobile e camminare. Un percorso panoramico conduce alla sommità del Monte Entu, che con i suoi 1024 m è una delle vette più alte della Sardegna occidentale. Per arrivare in cima al rilievo sono necessarie circa quattro ore, ma non si tratta di una salita particolarmente impegnativa.
Per raggiungere l’inizio del sentiero, situato presso il Nuraghe Ruju, fuori da Seneghe, occorre disporre di un’automobile. Da Seneghe dirigetevi verso Bonarcado, e dopo poche centinaia di metri seguite le indicazioni per S’iscala. Proseguite quindi per circa 8 km fino all’area picnic del Nuraghe Ruju, dove, pochi metri a valle del parcheggio, a sinistra di un muro di pietra, troverete un sentiero che si addentra nel bosco. Salendo, incontrerete un punto di accesso con affianco un leccio, dove dovrete girare a sinistra. Proseguite oltre il cancello di legno fino a raggiungere un secondo cancello, questa volta di metallo. Attraversatelo e continuate fino a quando incontrerete un bivio, dove svolterete a sinistra per poter ammirare un magnifico panorama della costa (nei giorni di cielo sereno si riesce addirittura a scorgere Alghero). Da qui potrete proseguire fino ai piedi del cono vulcanico in cui culmina il Monte Entu.
Orgosolo
Situata in posizione elevata tra montagne dal profilo minaccioso, Orgosolo è stata per lungo tempo il luogo più famigerato della Sardegna, al punto che il suo nome era diventato sinonimo del banditismo e della violenza che affliggevano questa parte dell’isola. Oggi la cittadina sta tentando, con un certo successo, di reinventarsi come attrattiva turistica: lungo la via principale capita sempre più spesso di incontrare visitatori a passeggio, intenti a fotografare i vivaci murales dipinti sulle case. A fine giornata, tuttavia, una volta ripartiti i turisti, gli abitanti riprendono possesso delle vie, gli anziani seduti davanti alla porta di casa osservano i pochi forestieri rimasti e i giovani con i capelli rasati scorrazzano su e giù sulle loro automobili schizzate di fango.
Che cosa vedere
Cinque chilometri a sud di Oliena la SP48 sale fino a Montes, dove mucche, pecore e capre pascolano liberamente nei terreni comunali sullo splendido sfondo delle montagne. Altri 13 km a sud si incontra la Funtana Bona, la sorgente da cui nasce il fiume Cedrino. Lungo il tragitto si attraversa la Foresta di Montes, con alti lecci secolari.
Corso Repubblica
La seconda guerra mondiale, la bomba atomica, gli scioperi dei minatori dell’Iglesiente, i mali del capitalismo, l’emancipazione femminile: questi e altri temi dalla forte carica emotiva sono dipinti sui muri di Orgosolo, il che ne fa un’immensa tela a cielo aperto. La maggior parte dei murales campeggia lungo la strada principale, Corso Repubblica; l’idea fu lanciata dal professor Francesco del Casino nel 1975, come progetto scolastico per celebrare il 30° anniversario della Liberazione. Oggi si contano circa 200 opere, molte delle quali realizzate dallo stesso Casino. Tra gli altri artisti di rilievo figurano Pasquale Buesca e Vincenzo Floris.
Gli stili dei murales variano molto in base alla mano dell’artista: alcuni sono naturalistici, altri sembrano fumetti, altri ancora, come quelli del Fotostudio Kikinu, ricordano i dipinti di Picasso. A mo’ di caricature satiriche, illustrano tutti i principali eventi politici del XX e del XXI secolo e documentano vividamente la lotta degli oppressi contro un sistema potente e a volte corrotto. I fallimenti politici dell’Italia sono espressi con immediata chiarezza, come la corruzione della Cassa del Mezzogiorno o il processo al ministro Giulio Andreotti per collusione con la mafia. Ancora più interessanti sono i murales che raffigurano eventi più recenti. All’angolo con Via Monni sono raffigurate la distruzione delle torri gemelle del World Trade Center e la caduta di Baghdad. Per ammirare al meglio i murales, procuratevi l’audioguida disponibile presso l’ufficio turistico di Orgosolo.
San Pantaleo
Sebbene disti soltanto 16 km da Porto Cervo, il paesino rurale di San Pantaleo offre una gradita sensazione di autenticità dopo le artificiose località turistiche della costa.
L’abitato sorge in alto verso l’interno, circondato da montagne di granito dal profilo frastagliato, ed è diventato una sorta di colonia di artisti. Si tratta di uno dei pochi paesi sardi raccolti attorno a una piazza, in fondo alla quale sorge una tozza chiesetta. In estate vi si tiene spesso un vivace mercato (il giovedì), e in primavera i fiori rendono il piccolo centro abitato ancora più bello; in qualsiasi stagione, comunque, San Pantaleo è un posto piacevole in cui passeggiare senza una meta precisa dando un’occhiata alle piccole gallerie d’arte e ai negozi di artigianato.
Dal 27 al 30 luglio, a San Pantaleo si svolge la festa annuale del paese, un weekend di festeggiamenti con balli tradizionali sardi.
Laconi
Attraversata dalla SS128 in direzione sud, Laconi (con l’accento sulla ‘a’, Làconi) è una suggestiva cittadina di montagna, immersa in un paesaggio bucolico di verdi colline. Qui la vita scorre piacevolmente rilassata tra vicoli lastricati che celano alcune magnifiche sorprese, come un interessante museo archeologico e un parco boscoso dominato da un castello.
Che cosa vedere
Menhir Museum
Situato in un elegante palazzo del XIX secolo, questo interessantissimo museo espone una collezione di 40 menhir, considerata la più vasta della regione mediterranea. Prelevati da siti archeologici nelle zone circostanti, questi spogli megaliti antropomorfi emanano un fascino strano e magnetico. Della loro funzione si sa molto poco, ma si presume che fossero legati a riti funerari preistorici. Nella penombra delle sale, creata da una suggestiva illuminazione, i menhir appaiono ancora più misteriosi, accarezzati da un gioco di luci e ombre che ne esalta i fregi consumati dal tempo, unici segni iconografici che indicano se la figura fosse maschile o femminile.
Se avete trovato interessante questa visita, fate una deviazione fino a Pranu Mutteddu, 56 km più a sud, dove avrete l’opportunità di vedere il sito originale di questi menhir.
Parco Aymerich
Girate a sinistra da Via Sant’Ignazio per raggiungere questo magnifico parco di 22 ettari, noto per ospitare la più ampia varietà di orchidee endemiche sarde. Oltre agli alberi esotici (tra cui un imponente cedro del Libano e diversi eucalipti), alle sorgenti, ai laghetti e alle grotte, troverete anche le rovine del Castello Aymerich, risalente all’XI secolo. Da questo punto potrete ammirare splendide vedute sul parco e sulle verdi colline che abbracciano Laconi.
Fonte : https://www.lonelyplanetitalia.it/articoli/consigli-di-viaggio/7-borghi-da-non-perdere-nell-entroterra-sardo